ROMANZO ITALIANO

Roma | Palazzo Brancaccio

Nel cuore pulsante di Roma, tra gli affreschi e i dettagli sontuosi di Palazzo Brancaccio , lo Spazio Field si è trasformato in una scenografia rarefatta ed emozionale grazie all’allestimento progettato dallo studio di architettura luoghiCOMUNI per la mostra fotografica "Romanzo Italiano", . Un evento unico che ha visto dialogare per la prima volta due maestri della fotografia italiana e internazionale, Franco Carlisi e Francesco Cito , in una narrazione visiva a due voci sul matrimonio e le sue molteplici sfaccettature.
Curata da Giusy Tigano e promossa da GT Art Photo Agency con la collaborazione di SMI Technologies & Consulting Srl , B.event di Carla Bruno e il patrocinio del Municipio I Roma Centro, la mostra si è sviluppata in tre sale espositive dove 120 fotografie in bianco e nero sono diventate il cuore pulsante di un allestimento che parla attraverso il silenzio del bianco e la potenza delle memorie.

Una scenografia del quotidiano per un rito universale

Il concept dell’allestimento ideato da luoghiCOMUNI non è quello di accompagnare le immagini, ma di abitarle. Ogni ambiente è stato pensato come un’installazione immersiva, capace di evocare luoghi e tempi sospesi nella memoria collettiva. L’intero progetto si muove in chiave acromatica, lasciando spazio al bianco come tela neutra sulla quale ognuno può proiettare la propria narrazione.

L’approccio non è illustrativo, ma evocativo: scene domestiche ricostruite con arredi bianchi, elementi dal design vintage, e oggetti della tradizione si intrecciano con le fotografie, trasformando lo spettatore in un viaggiatore emotivo che attraversa, passo dopo passo, un romanzo visivo fatto di attese, unioni e silenzi.

Il percorso espositivo: un crescendo emozionale

L’Attesa

La prima sala si apre con cinque installazioni domestiche e 50 fotografie in vari formati. Un appendiabiti con cappotto e cappello, una toeletta con specchio dove si riflettono immagini del passato, sedie e tavoli bianchi, tutto sembra sospeso nel tempo. Qui il tema è quello dell’attesa, del cambiamento imminente, dei gesti quotidiani che precedono un giorno carico di significato. Il visitatore viene immerso in un ambiente intimo, familiare, che stimola il ricordo e la proiezione personale.

Il tempo si ferma

Nel cuore del percorso, la seconda sala rappresenta il momento dell’unione. Al centro dello spazio, una grande fede nuziale diventa simbolo e struttura architettonica: pannelli curvi disegnano un cerchio perfetto, proiettando all’esterno video che amplificano il concetto di sospensione temporale. All’interno, il visitatore è avvolto da otto fotografie iconiche che lo stringono in un abbraccio visivo e simbolico. In tutto, 32 fotografie raccontano le emozioni cristallizzate di un giorno eterno.

Il dopo

La sala conclusiva accoglie 26 fotografie e un’unica, potente installazione: un tavolo nuziale spogliato dagli ornamenti, circondato da sei sedie affondate o emergenti dal pavimento. Un’immagine poetica e perturbante che restituisce il senso di ciò che resta dopo la festa: l’eco delle emozioni, le verità taciute, le riflessioni intime sul senso del legame. Qui il progetto di luoghiCOMUNI si ritrae per lasciare spazio al pensiero soggettivo, chiudendo il cerchio emotivo iniziato nella prima sala.

Un allestimento che è anche racconto

Il lavoro dello studio luoghiCOMUNI non si limita all’architettura degli spazi, ma si fa drammaturgia espositiva: ogni scelta, dal colore al materiale, dalla disposizione degli arredi all’illuminazione, è funzionale alla costruzione di un tempo altro, sospeso e immersivo. Il bianco, mai freddo, diventa contenitore di memoria e possibilità, e lo spettatore è chiamato non solo a guardare, ma a sentire e riempire di senso ogni scena.

“Romanzo Italiano” non è solo una mostra fotografica: è “un’esperienza”, una riflessione visiva ed emotiva su un rito sociale che continua a mutare, mantenendo però intatto il suo potere simbolico. Grazie al poetico allestimento firmato da luoghiCOMUNI, le immagini di Carlisi e Cito trovano un habitat ideale per parlare, confrontarsi e toccare l’animo di chi guarda. Una dimostrazione di come l’architettura temporanea degli spazi espositivi possa interpretare e persino amplificare le storie che le immagini vogliono raccontare.